Ribelli sempre

LECCE77 aps

I nostri sogni non li abbiamo mai tenuti nei cassetti

Quei ragazzi un po’ scapestrati che a Lecce e nel Salento hanno vissuto il ’77 da protagonisti, non hanno mai lasciato i loro sogni nel cassetto. Anzi, volevano cambiare il mondo a tutti i costi, ci hanno provato fin da giovanissimi, da adolescenti. E ci sono pure riusciti. Anche se poi, forse, non tutto è andato nella direzione che avrebbero voluto imboccare per un mondo che ingiusto era con i giovani di allora e ingeneroso resta con i ragazzi di oggi.
Ma, comunque, quella intensa stagione, sia pur breve, forse può essere considerata più “rivoluzionaria” del ’68. Una stagione che, a Milano come a Roma, a Bologna come a Lecce, ha cambiato radicalmente la società italiana, nei costumi come nei comportamenti quotidiani. E se la rivoluzione, proletaria o comunista che sia, certo non può dirsi compiuta, oggi viviamo (tutti) in un universo che deve molto alla carica innovativa di quel movimento giovanile.
La movida dei pub, la rivoluzione sessuale, la moda più o meno aggressiva o eccentrica, l’informazione libera, le radio e il teatro, per non parlare della musica costituiscono solo alcuni dei capitoli che in quegli anni hanno sancito il radicale cambiamento dei costumi, anche in una provincia del profondo Sud come Lecce. Prima del riflusso, della devastante via di fuga verso il mondo dell’eroina, della drammatica cappa del terrorismo e dell’insorgere dell’individualismo sfrenato che avrebbe poi caratterizzato gli anni Ottanta, la carica vitale e lo spirito libertario di quella generazione si esprimevano con dissacrante ironia, rompendo quel grigiore quotidiano che neanche gli sprazzi della dolce vita e degli anni del boom economico erano riusciti a intaccare a livello di massa.
La generazione del ’77 è stata la più anticonvenzionale sposando l’ambizione di voler sfidare l’ordine costituito alla voglia di andare oltre le regole con scanzonata ironia per costruire qualcosa di nuovo. E la musica è stata il cemento di quei ragazzi alfieri di generi come il pop e il rock, ma anche come la musica popolare, ritenuti negletti dalla cultura dominante dell’epoca.
Quello che viene definito "movimento del '77" nasce dai movimenti che a fine anni '60 hanno rappresentato in Italia e in tutto il mondo occidentale il famoso '68, anno di proteste di piazza che partivano dalle lotte pacifiste e rappresentavano il primo tentativo di creare una forma organizzata di movimento internazionalista. 
Sulla scia dei movimenti di protesta di quegli anni nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro si è cominciato a chiedere qualcosa di più, qualcosa che andasse oltre la lotta al sistema economico ma che doveva vedere interessata anche la persona nel suo privato/politico.
In quegli anni cominciarono a svilupparsi dei processi culturali che inserivano naturalmente in ogni situazione politica o sociale Arte, Musica, Teatro, e soprattutto sempre confronto e dibattito.
Le ragazze i ragazzi di quegli anni volevano vivere un modo diverso di intendere la lotta, volevano combattere contro il sistema, utilizzando metodi nuovi per incidere realmente nella società.
In quegli anni in tutta italia si svilupparono forme di comunicazione differente e ci fu un gran fiorire di produzione di diversi giornali locali e nazionali (Male, Lotta Continua...).
Le battaglie più importanti si sono tenute soprattutto per garantire la democrazia nel nostro paese, una democrazia giovane che vedeva attentata la propria identità da mai sopiti rigurgiti fascisti.
Sono di quegli anni i tentativi di golpe,l'organizzazione di bande paramilitari fasciste, la P2, Gladio, l'interconnessioni fra lo stato e certe frange deviate dei servizi segreti, che hanno portato anche a stragi con numerose vittime.
Le giovani, i giovani si sono organizzarono in diversi gruppi politicvi che, dal PDUP, al gruppo del Manifesto, a Lotta Continua, all' MLS, all'Autonomia Operaia ad Avanguardia Operaia, hanno cercato di rispondere colpo su colpo alle provocazioni che venivo da certi apparati parastatali. Il movimento in quegli anni subì numerosi lutti, ragazzi uccisi in piazza o in agguati fascisti
E complementare a tutto questo è sempre stata la voglia di dare una forma creativa, innovativa e aperta alla cultura dominante.
In quegli anni le giovani, i giovani vivevano quotidianamente nelle sedi dei loro gruppi di riferimento, confrontandosi su tematiche internazionali e locali, elaborando strategie politiche e culturali.
Anni di grande produzione politica e artistica che però nella contrapposizione sempre più dura ha visto la propria fine.
Un sistema repressivo importante, al di fuori dello stesso dettame costituzionale permise perquisizioni, arresti, repressione, che di fatto decimarono quel grande movimento gioioso e colorato che combatteva solo per un mondo più giusto e soprattutto più felice.
Anche Lecce fu grande punto di riferimento politico per tutta la provincia, nacquero collettivi, sedi, si organizzarono momenti altissimi di agitazione con conseguenti azioni repressive.
Quindi con queste foto vi mostriamo alcuni di quei giorni importanti e determinanti per le conquiste in campo politico e sociale che si ottennero.

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